Questa è la storia di un ragazzo che abitava in una strada di periferia,
e in fondo, in fondo un po’ assomiglia al ragazzo di via Gluck,
anche se i suoi problemi sono un po’ diversi.
Era un ragazzo un po’ come tanti, che lavorava, tirava avanti,
ed aspettava senza pretese, il suo stipendio a fine mese.
La madre a carico in due locali, mobili usati presi a cambiali,
in un palazzo un po’ malandato, servizi in corte fitto bloccato.
_Ma quella casa, ma quella casa ora non c’è più,
ma quella casa, ma quella casa l’han buttata giù.
Morta la madre, rimasto solo, pensa alle nozze e alla morosa,
che già prepara il velo da sposa ed il corredo per la sua casa.
Per quella casa fitto bloccato, tremila al mese spese comprese,
lui la guardava tutto contento ed aspirava l’odor di cemento.
_Ma quella casa, ma quella casa ora non c’è più.......
Già tutto è pronto, le pubblicazioni, il rito in chiesa e i testimoni,
quand’ecco arriva, un tipo astratto, con baffi e barba e avviso di sfratto.
E quel palazzo, un po’ malandato, va demolito per farci un prato,
il nostro amico la casa perde, per una legge del piano verde.
_Ma quella casa, ma quella casa ora non c’è più.......
Persa la casa, fitto bloccato, la sua morosa lo ha abbandonato,
l’amore è bello, ma non è tutto, e per sposarsi occorre un tetto.
Ora quel prato è frequentato da qualche cane e qualche coppietta
e lui ripensa, con gran rimpianto, a quella casa che amava tanto.
_Ma quella casa, ma quella casa ora non c’è più.......
E’ ora di finirla di buttar giù le case per fare i prati, cosa ci interessano a noi i prati?
Guarda quello lì, doveva sposarsi, gli han buttato giù la casa, non può più sposarsi.
Roba da matti. Io non capisco perché non buttano giù i palazzoni del centro,
quelli lì si che disturbano, mica le case di periferia,
mah, i soliti problemi, qui non si capisce più niente.